martedì 29 dicembre 2009

Settimana del restauro

Per chi si stesse domandando il significato di questo mio bizzarro titolo, e' presto detto: questa e' la settimana dove passo più tempo dall'estetista e dal parrucchiere che a casa mia!!!
Per intenderci e' la settimana dove ho l'agenda piena di appuntamenti per rifarmi bella, tornare a casa e sentirmi dire dal mio fidanzato: "Io non me ne intendo, ma mi sembri uguale a prima!!!"
Tranquilli, e' ancora vivo.
Soprattutto e' la settimana dove "faccio girare l'economia" come nessuno e mentre torno a casa tutte le persone che incontro per strada mi ringraziano come in quella pubblicità idiota che ci propinavano qualche anno fa in televisione per convincerci a spendere soldi che non avevamo!
Comunque tornando al mio restauro, non avete idea di come e' messa la mia agenda: piena zeppa di appuntamenti. E se pensavate ad una settimana di tutto relax, vi sbagliate di grosso.
Perché e' praticamente un lavoro: corro da un estetista all'altra che ovviamente sono in posti diversi, neanche tanto vicini, cercando di non ritardare, ma soprattutto di non far sapere loro che non sono una cliente tanto fedele.
Perché ovviamente non posso avere un'unica estetista come tutte le persone normali.
Ne ho una per la depilazione: si trova dietro casa ed e' economica, ma soprattutto non devo chiamare un mese prima per avere un appuntamento rischiando cosi di diventare la sorella di King Kong.
Un'altra per il pedicure e la manicure: si trova vicino all'ufficio, e' bravissima, velocissima, ed economica e in una pausa pranzo mi rimette a nuovo mani e piedi.
E la terza ed ultima: pulizia del viso e massaggi fantastici. Abbastanza vicino casa, non troppo economica, ma i trattamenti sono una meraviglia e quando esci di li ti senti come rinata...
Quindi questa settimana la mia agenda prevede: Lunedì massaggio, Martedì ceretta, Mercoledì pulizia del viso in un posto, manicure e pedicure in un altro. E come se non bastasse oggi ho avuto la brillante idea di andare dal parrucchiere dove sono rimasta prigioniera su una sedia per ben 4 ore e dopo aver pagato ben 92.00 Euro sono uscita con un colore di capelli che non ho ancora deciso se mi piace...
Soprattutto mi prude la testa in un modo terribile che se continuo cosi i capelli me li sarò strappati tutti a breve a forza di grattare!
Sembro un po' psicopatica no?
Ma la verita e' che mi sembra di prendermi un po' piu cura di me in questo modo e soprattutto mi preparo all'inizio del nuovo anno in forma smagliante.
Che mi sembra di buon auspicio!!!

sabato 26 dicembre 2009

Il Natale che volevo

Che dire: oggi mi sento davvero fortunata.
Non solo perché vi scrivo dal mio nuovissimo MacBook Pro portatomi in dono da Babbo Natale (ovvero il mio fidanzato), ma soprattutto perché e' stata una giornata meravigliosa.
Finalmente dopo tanto tempo da quando e' venuta a mancare la mia mamma, ho avuto un Natale sereno, contornata dalle persone che amo, senza nessuna discussione o malumore.
Una giornata in cui lo spirito Natalizio ha finalmente prevalso proprio come desideravo io...
Grazie a tutti per avere esaudito il mio desiderio più grande!

venerdì 25 dicembre 2009

Buon Natale

A
chi
ama
dormire
ma si sveglia
sempre di buon
umore, a chi saluta
ancora con un bacio, a
chi lavora molto e si diverte di
più, a chi va in fretta in auto ma
non suona ai semafori, a chi arriva
in ritardo ma non cerca scuse, a chi spegne
la televisione per fare due chiacchere, a chi è
felice il doppio quando fa a metà, a chi si alza presto
per aiutare un amico, a chi ha l'entusiasmo di un bambino
e pensieri da uomo, a chi vede nero solo quando è buio
A chi non aspetta Natale per essere migliore
Buon Natale

martedì 1 dicembre 2009

Finalmente si parte!!!

Ed ogni volta è la stessa cosa... ci si organizza, ci si ammazza di lavoro, ma le valigie si fanno sempre di notte!!!
Arriverò a New York distrutta, ma felice ed entusiasta: un po' come tornare a casa.
Con la voglia di rivedere vecchi amici, di conoscerne di nuovi e di vivere la Grande Mela in tutto il suo splendore...

martedì 17 novembre 2009

Viaggi, viaggi e ancora viaggi

Bene, bene. Tra 13 giorni parto per New York City e ovviamente non sto nella pelle.
Ho aspettato questo momento per più di un anno. Soprattutto ho tormentato chiunque mi sia stato ad ascoltare parlando di quanto NYC sia meravigliosa ed eccitante.
E di quanto io la senta la mia città...
Ed in effetti questa mia mania per la Grande Mela ha un po’ oscurato tutta una serie di viaggi fatti in quest’anno fortunato.
Perché quello che farò tra un paio di settimane non è che l’ultimo dei viaggi che avevo programmato: Gennaio Amsterdam – Marzo Praga – Luglio Roma – Agosto Croazia – Ottobre Istanbul – Dicembre NYC.
Tutti posti meravigliosi, che mi hanno lasciato, chi più chi meno, un segno nel cuore e nella memoria... per non dire dei solchi nel conto in banca...
E per quest’anno non credo proprio di potermi lamentare con il mio prode fidanzato che ancora una volta dimostra quanto mi ama e ha la valigia pronta anche quando la valigia vorrebbe usarla per spedire me lontano lontano.
Degli altri viaggi ho scritto poco, ma vedrete che di NYC leggerete anche troppo.

Che palle sti reality...

Ne possiamo parlare? Io non ne posso più. Lo so, è scontato, diciamo tutti così, ci lamentiamo ma poi finiamo tutti per guardarli... E allora perché lagnarsi???
Semplicemente perché mi sono rotta le palle di non avere un’alternativa decente alla merda che ci propinano.
Io non ci credo alla palla che gli italiani vogliono solo quella spazzatura li. Io sono italiana e quando è possibile preferisco guardare Saviano a “Che tempo che fa” invece del Grande Fratello.
Solo che se in televisione non c’è nulla di diverso da guardare e tu hai voglia di svaccarti sul divano perché sei stanco morto, ti senti quasi costretto a guardare questi reality, che più che trasmissioni sembrano circhi con addobbati animali in gabbia che fanno qualunque cosa pur di avere un osso...
E’ anche vero che una possibile alternativa è quella di non accendere affatto la televisione e dedicarsi ad altro, cosa che faccio con regolarità preferendo un buon libro, ma in serate come quelle di ieri sera dove praticamente strisciavo sui gomiti e i miei neuroni si rifiutavano di sforzarsi a leggere, mi sarebbe piaciuto poter stare sdraiata sul divano a guardare qualcosa di divertente e magari intelligente in TV.
Chiedo troppo?
Invece il deserto più assoluto del palinsesto offriva cosucce e la punta di diamante altro non era che il Grande Fratello alla sua milionesima edizione!!!
Ma perché mai avrei dovuto uccidere infierendo così sui miei stanchi neuroni?
Sono l’unica a pensarla così?

lunedì 16 novembre 2009

Se non è amore questo!!!

Se sapesse che scrivo di questa cosa mi ucciderebbe.
Del resto è la ragione per cui non sa proprio nulla sull’esistenza del blog.
Che tengo segreto proprio per scrivere liberamente senza la paura di ferire nessuno. Ma soprattutto senza che nessuno mi riconosca e io possa parlare liberamente delle figuracce che faccio di continuo...
In questo caso per evitare di morire prematuramente!

Questa più che una figuraccia è stato un tentato suicidio.
No, non è che improvvisamente io abbia perso la voglia di vivere, ma è che mi sono messa in una situazione in cui il minimo che mi potesse succedere è di venire uccisa.
Lo so che state pensando allora non è un suicidio, ma un omicidio, ma il problema è che siccome io sapevo bene in che situazione mi stavo cacciando avrei dovuto stare attentissima a quello che facevo e invece sono quasi riuscita a farmi strangolare.
Equivale un po a buttarsi da un ponte e pensare di non farsi male...

Si va be, ve lo racconto che magari è più chiaro.

Il mio fidanzato meraviglioso (nel caso scoprisse il blog mi paro un pò il sederotto) amava alla follia i suoi capelli (il verbo è al passato per un buon motivo). Ne parla come di un trofeo. Cose del tipo: ”i miei lunghi riccioloni biondi” oppure “avevo i capelli bellissimi e lunghi” e ancora “i miei meravigliosi boccoli”. E mentre racconta queste cose, tira fuori dal portafogli una foto terrificante a testimonianza del fatto che un tempo aveva i capelli lunghi. Più che altro a testimonianza che un tempo aveva i capelli punto.

E non è che lo stia prendendo in giro, sia chiaro, perché a me i ragazzi con i capelli lunghi proprio non mi garbano. A me piace molto di più adesso.

Comunque, da quando stiamo insieme, più o meno ogni due mesi mi chiede di “tagliargli” i capelli perché avendoli corti e ormai pochini, li taglia in casa con il rasoio elettrico.
Dopo un po’ di settimane in cui praticamente mi supplicava di aiutarlo, Martedì scorso, più o meno intorno all’una di notte, mi decido a entrare nella parte di un’esperta e capace parrucchiera. Quindi mi avvio in bagno, inforco il rasoio e con fare sicuro lo metto in posizione sul lavandino. Del resto se non lo “piego” in avanti non gli arrivo neanche all’orecchio...
E zzzzzz di qui e zzzzzzz di là continuo a tagliare i capelli alla lunghezza di 4mm.
Questo dettaglio è molto importante. Perché anche se può sembrare semplice, vi posso assicurare che lui mi guarda tesissimo e mi controlla a vista. Perché se anche non ha più i suoi bei capelli di un tempo, il suo amore per loro è rimasto immutato. Anzi: li ama ancor di più come quando il tuo cantante preferito muore e lo idealizzi al punto da non ricordare più un solo lato negativo.
Dicevamo: lui piegato a novanta sul lavandino, io con in mano un rasoio. Fin qui tutto bene.
Finché gli dico: ”Amore ho finito, pulisco il rasoio e ti do un’ultima passata per essere sicura di aver fatto tutto per benino”...
Prendo il rasoio, glielo passo sulla tempia sinistra e... gli faccio una strisciata come se lo avessi depilato completamente...
Cazzzzzzoooo non ho regolato il rasoio sui 4 mm nooooooo sono morta...
Lui non si accorge subito del disastro, ma dalla mia faccia capisce che ne ho combinata una delle mie e sulla sua faccia in pochissimi secondi si passa dalla preoccupazione alla incredulità alla Oh mio dio no i miei capelli al Mo ti uccido...
E io per tutta risposta, poso il rasoio sul lavandino, mi porto le mani al viso in segno di disperazione, comincio a supplicarlo di perdonarmi, di non lasciarmi, di non buttarmi fuori di casa e a riprova del mio dispiacere scoppio a RIDERE come una pazza e non riesco più a fermarmi...
E lui: si guarda allo specchio, gli vengono le lacrime agli occhi, saluta i suoi 4 mm di capelli (più che altro gli fa un funerale), si gira verso di me (che ancora rido) e MI ABBRACCIA e mi dice che non importa, che capita di sbagliare, che mi ama e continua a consolarmi...
Se pensate che il giorno dopo sarebbe partito per un viaggio di lavoro durante il quale avrebbe incontrato alcun dei suoi clienti più importanti e che ci è dovuto andare conciato così, non potete darmi torto se dico che non mi ha ucciso solo perché mi ama...

giovedì 12 novembre 2009

Federica: illuminante!

Di questo devo proprio scrivere a caldo.
Questa sera, nonostante l'influenza, ho alzato il mio bel sederone dal divano e mi sono diretta nella mia bella Milano per la presentazione di un libro alla Feltrinelli.
Il libro e' "S.O.S. Amore" e l'autrice e' ovviamente Federica Bosco.
Ora il connubio Milano e Feltrinelli prometteva davvero bene: amo Milano e la Feltrinelli e' da sempre la mia libreria preferita nonché rifugio segreto per i momenti di sconforto.
Quindi niente poteva essere più naturale dell'andare ad una presentazione di un libro (mai fatto prima in vita mia, ma faceva figo) di un'autrice che per di più mi piace...
Mentre guidavo pero', pensavo a come sarebbe stato incontrare Federica. Avevo un po' la paura di incontrare una persona che in qualche modo deludesse l'immagine che avevo di lei.
Un po' intuivo come poteva essere perché frequento spessissimo il suo blog, ma soprattutto dall'affetto che le ragazze di Boscolandia hanno per lei.
Ma resta il fatto che il timore c'era ed era innegabile.
L'altro timore era quello che entrando in Feltrinelli con una copia del libro comprata il giorno di uscita dello stesso (c'ho le prove fotografiche) alla Mondadori, si mettesse a suonare tutto e mi accusassero di furto.
Non prendetemi per pazza, ma non sono nuova a questa cosa e mi e' già capitato di essere additata in un centro commerciale come ladra di CD che avevo comprato il giorno prima e che mi ero dimenticata nella borsa.
Siccome non immaginavo che una volta pagati potessero far suonare comunque l'antifurto, appena raggiunte le casse sono riuscita a far attivare le sirene e incazzare le guardie...
Lo so, lo so, sto divagando... ma vorrei vedere voi...
Comunque, appena arrivati in libreria, ho visto Federica e ho pensato "mazza quanto e' alta!!!" (Che un pensiero profondo eh?).
Poi ho aspettato che la presentazione vera e propria cominciasse chiaccherando con alcune delle ragazze delle quali leggo spesso nel Blog.
Che dire della presentazione se non che e' stata fantastica, divertente, ironica ma soprattutto illuminante?!?!?
No, non sto esagerando. Perché la mia impressione di questa sera e' stata che indubbiamente Federica e' una brava autrice, ma soprattutto una persona speciale, che arriva dritto al cuore delle persone e all'anima delle cose. Una persona che incoraggia gli altri ad amare e a rispettare in primo luogo se stessi perché' il resto arriva da se. E non lo fa dando consigli dall'alto del suo pulpito, ma mettendosi in gioco e raccontando in primis le sue esperienze talvolta disastrose, altre divertenti altre ancora piene di sofferenza.
Quindi e' una donna che ha provato sulla sua pelle ciò di cui parla e che passa a noi tutte il messaggio che imparare a volersi bene e a trovare la nostra strada si può ed e' doveroso.
Inoltre in un mondo pieno di "Lei non sa chi sono io" e' quasi sorprendente vedere una persona genuina che ride e scherza e abbraccia le sue lettrici come fossero vere amiche, disponibile ad autografare le copie dei libri, farsi fotografare e soprattutto ricordarsi di quasi ognuna di loro.
In conclusione le mie aspettative non sono certo state deluse, semmai surclassate.

martedì 10 novembre 2009

Perchè uno decide di prendere a badilate il proprio capo???

Come può accadere che una devota, dedicata assistente decida in un tranquillo giorno di Novembre di prendere a badilate il proprio diretto superiore?
E’ molto più semplice di quello che si può pensare. Sentite un po’ qua.
Stamattina, dopo quello che avrebbe dovuto essere un romantico week end lungo a Siena ed invece è stato “solo” un week end lungo ma soprattutto pieno di bacilli, rientro in ufficio dopo una seduta di ben due ore di dentista...
In effetti non sono un gran che da vedere: occhi gonfi, naso bordeaux per il troppo soffiare, e grazie all’anestesia fatta dal dentista ho un ghigno che mi fa sembrare la sorella della creatura di Frankenstein. Se penso che c’è gente che paga per farsi fare il botox per avere la stessa espressione paralizzata che avevo io stamattina, capisco perché il mondo va a rotoli...
In più metteteci che per natura (o credo religioso fate voi) non mi alzo mai prima delle nove del mattino (almeno che non debba partire per le vacanze o ci sia il rischio di fare la pipì a letto) e arrivo in ufficio sempre intorno alle 10:30 (benedetto orario elastico) e che invece stamattina alle nove in punto ero già seduta sulla poltrona del dentista che non è esattamente vicino a casa mia e che ho dovuto fare quasi un’ora di coda in macchina per raggiungerlo... be insomma ero decisamente messa male.
Entro in ufficio ed ecco quello che succede.
Grazie al panico da pandemia che ci hanno fatto venire con servizi televisivi e articoli di giornale, si è aperta la folle come le acque del Mar Rosso con Mosè. Ad un certo punto ho cominciato ad annusarmi le ascelle e poi a giurare a tutti che solo due ore prima avevo fatto la doccia. Ma non basta, proprio no. Subito dopo il mio simpaticissimo capo mi dice: “Potevi anche startene a casa una settimana in malattia, perché adesso ci impesti tutti!!!”
Lo stesso simpatico capo che quest’anno mi avrà ripetuto circa un milione di volte (in lettere perché oggi proprio non ce la fo’ a pensare a quanti zeri ci vogliono) che non ci sono mai quando gli servo. Adesso io dico: ma sarà stronzo???
E per la cronaca, non è che io non ci sia mai, ma è che avevo circa 4 anni di ferie arretrate e quest’anno ne ho dovute fare un po’. Quindi le faccio adesso perché non le avevo fatte prima. Ma al tempo non è che nessuno si sia mai lamentato dicendomi ma porca miseria ci sei sempre quando ci servi, o anche quando noi siamo in vacanza per un mese di fila!!! Lo so chiedo troppo. Ma lasciatemi sfogare...
E io che ieri dal caldo del mio letto, avvolta nel mio piumone, pensavo di chiamare il dottore e chiedergli la grazia di qualche giorno di malattia e invece sono voluta venire in questo posto di ingrati. Perché a noi donne quando nasciamo ci infilano un microchip nell’orecchio (e dico nell’orecchio ma sapete bene dove intendo) che ci costringe a fare Wonder Woman anche quando proprio non serve...
In realtà il mio capo è una brava persona, ma è pericoloso scherzare con me quando sono malata e l’influenza mi ha foderato nonché isolato il cervello...
E l’influenza l’ho beccata dalla mia dolce metà che sabato a pranzo mi ha portato a pranzo da mammà che con papà (sto delirando lo so, ma abbiate pazienza almeno voi) avevano ancora gli strascichi della settimana a letto con la sorella della Suina, dicesi influenza maiala, e che mi hanno attaccato con i loro bacilli infetti...
3 contro 1 può solo essere paragonato a sparare sulla Croce Rossa dove io faccio da bersaglio.
Baci e bacilli
PrinciSpessa

mercoledì 28 ottobre 2009

Ottobre 2009 - Prima novità

E’ veramente trascorso tanto tempo dall’ultimo mio post. Praticamente da quando sono tornata dalle vacanze estive non ho più scritto una riga su questo mio trascurato blog. Eppure ne sono successe di cose...
Comincio da una delle più importanti: la corrispondenza tra me ed il mio genitore biologico.
(Per ovvie ragioni di privacy, ho cancellato nomi e riferimenti che possano portare a riconoscere le persone coinvolte).
Il 6 Ottobre mi sono finalmente decisa a scrivergli, come sempre in uno dei miei momenti di feroce impulsività. E poi ho atteso...
Sembravo un’anima in pena. Con l’adrenalina che scorreva al posto del sangue e incapace di dormire. E ovviamente non volevo parlare con nessuno di quello che stavo cercando di fare perché se lui non mi avesse risposto non avrei sopportato gli sguardi di pietosa preoccupazione e le frasi di circostanza di chi mi stava intorno.
In realtà l’attesa non è stata poi così lunga e solo qualche ora dopo ho ricevuto la sua breve risposta.
E li è successo qualcosa che non avrei mai sospettato: emozioni fortissime, sconosciute, contrastanti, lacrime copiose e stati d’animo che non pensavo di provare. E’ come se avessi realizzato solo in quel momento il carico di emozioni che la mia storia personale si era trascinata dietro. Per la prima volta ammettevo anche con me stessa quello che veramente provavo nei confronti di questa cosa.
Da qui la mia seconda mail, e la sua successiva richiesta di vederci per un chiarimento.
E poi il mio panico, la telefonata alla mia migliore amica per spiegarle che avevo paura, che non volevo incontrarlo, che non gli sarei piaciuta...
Tutto accadeva troppo in fretta anche se ero io ad aver cominciato tutto.
E poi lo shopping compulsivo perché “non avevo niente da mettermi” per un’occasione così, perché volevo sentirmi bella ed esserlo ancora di più per lui. Perché volevo essere voluta ed accettata, perché volevo che fosse orgoglioso di me.
E alla fine la decisione di incontrarlo, di pranzare con lui.
Un paio d’ore di un Giovedì di sole, dove splendida mi avviavo a incontrare mio padre dopo più di trent’anni.
Lui mi ha abbracciato, io non proprio.
Lo stomaco pieno di farfalle che dal giorno prima cercavano una via d’uscita senza trovarla.
E’ stato un pranzo piacevole, senza grossi scossoni. Abbiamo chiaccherato, di tutto un po’, e non tutti i nodi sono arrivati al pettine. Ma è andata bene così.
Perché ho capito tante cose... dopo. Ho capito che gli esseri umani commettono errori, che non sempre sono capaci di fare la cosa giusta. Ma che si può scegliere la via più semplice o la meno battuta.
Mia madre ha scelto di esserci. Di prendersi cura di me. Il più delle volte facendo clamorosi errori e non capendo nulla di quello che mi stava accadendo. Ma oggi non sarei la persona che sono se la mia vita fosse stata diversa. E tanto male non è andata. Di questo devo darle atto e riconoscerglielo.
Io non lo so se ci saranno altre occasioni di vederlo. Lui mi ha detto “di sentirmi libera di condividere delle cose con lui” se dovessi avere voglia di farlo.
E io farò quello che sentirò, una volta tanto.

6 Ottobre 2009 – Ore 15.59 (IO)
Ciao M.,
sono nome e cognome e spero tu sia la persona che sto cercando.Se cosi' non fosse, chiedo scusa del disturbo e Le auguro buona giornata.
Se invece hai riconosciuto il mio nome, immagino tu abbia già capito esattamente chi sono. Sono certa che sarai sorpreso di ricevere questa mia mail, ma spero di non averti sconvolto troppo. Ho pensato e ripensato se scriverti o meno, ma in fondo non ho nulla da temere o da perdere e la posta elettronica garantisce il giusto grado di distanza per salvaguardare la privacy di entrambi.
Quindi eccomi qui.
Voglio come prima cosa tranquillizzarti: non voglio e non cerco nulla. Soprattutto non voglio in alcun modo alterare gli equilibri della tua vita o recare danno.Sono solo curiosa circa una parte della mia esistenza che personalmente non ricordo e di cui mi hanno parlato molto poco.Se fosse possibile vorrei la tua versione dei fatti e comprendere come sono andate le cose.Cerco solo risposte.
Lascio a te la scelta. Se vorrai rispondermi ne sarò felice.In caso contrario non proverò mai più a mettermi in contatto con te e rispetterò il tuo silenzio.Va da se che puoi prenderti tutto il tempo che ritieni necessario per decidere se rispondermi.
Comunque vada, Ti auguro il meglio.
Firma

6 Ottobre 2009 – Ore 22.09 (LUI)
se sei la persona che penso tu sia, mi ha fatto piacere ricevere il tuo messaggio. Cosa vuoi sapere della tua vita che conosci poco?

7 Ottobre 2009 – Ore 1.16 (IO)
Desidero sapere perché uno dei miei ricordi più vivi di quando ero piccina è quello di quando ripetevo di chiamarmi nome e suo cognome, dei giri notturni in una 112 Blu per farmi addormentare, di un incontro casuale in Corso xxx con una persona di cui ho il volto scolpito nella mente e che ti somiglia così tanto che scendeva da una Diane verde (potrei sbagliarmi sull'auto), di una telefonata fatta a casa mia da una persona che mi parlava gentilmente e subito dopo comunicava a mia madre la nascita delle sue due bimbe, di mia madre che ti diceva quanto ero diventata bella...
E poi più nulla. Nessuna spiegazione da parte di nessuno alle mie domande di bambina che capiva perfettamente che il padre biologico era diverso da quello che la stava crescendo. Tutti negavano e rimpinguavano le menzogne.La stessa bambina che non ha mai capito perché tutto doveva essere tenuto nascosto come il peggiore dei crimini. Io sono quella bambina che ha sempre sentito la mancanza di un pezzo del suo puzzle, ma che ha sempre pensato che insistere sull'argomento potesse ferire le persone care.
E poi la rabbia dovuta alla persistente sensazione di rifiuto, di non essere voluta, di non essere importante. E da li la finta indifferenza, la mia ostinazione nel chiedere di non portare più il tuo cognome.
Oggi, da donna con il cuore che batte forte e le farfalle nello stomaco, ti chiedo solo di spiegarmi come sono andate le cose quando ero piccina. Della ragione della separazione da mia madre, ma soprattutto da me. Del perché non hai più voluto che facessimo parte uno della vita dell'altro. Di come tu sia riuscito a non chiederti come potessi stare, di che persona fossi diventata, se avessi in qualche modo bisogno di te...Del perché non hai mai tentato di parlarmi anche dopo che sono diventata un'adulta.
Ti prego di credere che le mie intenzioni non sono quelle di accusarti o giudicarti. Ma oggi ho l'opportunità di capire e finalmente colmare un vuoto. Oggi so che nessuno si sentirà ferito o tradito da questo mio dialogo con te. Ma sento di dovere a me stessa almeno il tentativo di comprendere.
Io resto in fiduciosa attesa di una risposta, consapevole della difficoltà che probabilmente comporterà per te aprire un capitolo della tua vita da tempo chiuso e sigillato. Ma resto tua figlia e chiedo solo onestà.
Firma

7 Ottobre 2009 – Ore 8.15 (LUI)
Ritengo opportuno a questo punto non proseguire su questa strada: la cosa migliore da fare e vederci; io domani e venerdì sono abbastanza disponibile, poi devo partire per lavoro per una decina di giorni. Quali sono i tuoi impegni? Che orari avresti disponibili per bere insieme un caffè? Riesci a chiamarmi dalle 10,00 in poi oggi? Ti lascio il mio cell. A presto,
Firma.


martedì 1 settembre 2009

Sono tornata!

Due minuti giusto per dire che sono tornata dalle vacanze. Piena di energie, riposata, e con negli occhi ancora le bellezze della Croazia. Che consiglio a tutti di visitare...
Presto racconterò tutti i dettagli della mia vacanza e i nuovi progetti per i prossimi mesi, contando i giorni che mi separano da New York City!!!

lunedì 17 agosto 2009

Signore e signori si chiude per ferie!!!

E siamo lieti di annunciarvi che domani mattina alle ore 7:00 si parte per Zagabria, prima di una serie di tappe in giro per la Croazia...
Dove si spera di rilassarsi, divertirsi, riposarsi, cacciare i brutti pensieri e tornare pieni di energia.
Ma soprattutto di fare tanti tuffi nel mare blu e tanti "bagni" di sole... che ne abbiamo tanto bisogno.
Ma come lasciarvi senza una buona, ottima, fantastica super notizia???
Finalmente ho prenotato e dal 1 al 7 Dicembre sarò di nuovo nella mia amata New York City...
Buona Vacanze a tutti e ci "vediamo" il 31 Agosto con spero tante novità!!!

lunedì 10 agosto 2009

Puzzle

Mi sono resa conto che è da un bel po' di tempo che non scrivo... e ho deciso di riprendere perché credo di aver ritrovato mio padre. O meglio il mio genitore biologico perché io un padre già ce l'ho (nel bene e nel male).
Credo di avere quella che io chiamo "sindrome da figlia adottiva". Nonostante abbia sempre sbandierato piuttosto apertamente la mia condizione di figlia adottiva, mentre i miei genitori quasi si vergognavano, e abbia più volte asserito di essere felice così e di non voler cambiare nulla della mia realtà, da qualche parte nella mia testa c'è sempre stato un posticino dove le domande e la curiosità restavano...

Oggi, quasi per caso, grazie ai potenti mezzi di Internet, credo di averlo trovato e adesso non so davvero che fare. Io da lui non cerco e non voglio nulla se non risposte. Risposte a domande che mi faccio da anni. Domande alle quali nessuno ha mai voluto o forse potuto rispondere se non con una versione dei fatti incerta e lacunosa.

Io vorrei conoscere la verità, vorrei sapere cosa porta un essere umano a contribuire a creare una vita per poi sparire nel nulla. Vorrei capire...

Per buona parte della mia vita mi sono sentita come un puzzle a cui mancavano dei pezzi. Forse è arrivata la possibilità di completarlo, magari di chiudere un capitolo e andare finalmente oltre.

Forse tutto questo invece di scriverlo qui dovrei scriverlo a lui...

martedì 26 maggio 2009

Alti e bassi

Dovete sapere che mi capita abbastanza spesso di annoiarmi in ufficio e che quindi dedico un po' del mio tempo a riempire le pagine del mio blog oltre che a dare un’occhiata a quelli degli altri.
Ma per evitare di farmi pizzicare sempre collegata (si può cazzeggiare un po' ma è sconsigliabile farlo tutto il giorno!!!), generalmente scrivo i miei post in un file Word e li copio nel blog quando è il momento di pubblicarli.
Ovviamente capita anche che prima di aver finito di dar sfogo a tutta la mia creatività di scrittrice, io venga brutalmente interrotta da colleghi senza cuore che pretendono che io lavori mentre sono in ufficio e quindi finisce che colleziono un sacco di post iniziati e mai finiti...
Così oggi, durante uno dei sempre più frequenti momenti di noia in ufficio, ho trovato due “quasi post” in nettissima contrapposizione uno con l’altro anche se scritti a distanza di pochi giorni.
E ho davvero pensato che mi servisse l’aiuto di uno psichiatra con la propensione a prescrivere psicofarmaci a chiunque.
Giudicate voi:
Primo Post del boh (non so la data ma direi intorno a fine Marzo 2009).
Oggi non è una gran giornata. Non saprei dire perché. Non capisco se è il poco sonno, il tempo schifoso, o più probabilmente la paura.
Nell’ultimo periodo ho letto e riletto tutto il possibile, o almeno quanto era alla mia portata, sulla legge d’attrazione, il pensiero positivo, gli Angeli, lo yoga e quant’altro potesse aiutarmi ad uscire da questa condizione di apatia, demotivazione, indifferenza, inerzia, passività, torpore. (Ho usato tutti i sinonimi che conoscevo per rendere bene l’idea!).
Ora che ne so di più dovrei anche essere in grado di metterli in pratica, o quanto meno di cominciare a cambiare rotta. E invece no (diceva la Pausini ed io con lei).
Sembro paralizzata dalla paura, come se fosse meglio restare in queste acque torbide ma conosciute, invece di tentare la via per nuovi e ignoti lidi.
E un po' mi odio per questo.
Secondo Post del 20 Aprile 2009
Ironia e leggerezza
Ieri sera mentre tornavo a casa alla fine del mio solito ma mai scontato Lunedì con le amiche, riflettevo sulla serenità che ha pervaso il mio animo negli ultimi giorni.
Essere serena non è una condizione che mi appartiene spesso. Sono un tipo piuttosto tormentato io. E probabilmente un po' mi piace.
In effetti leggendo i post sul mio blog dall’apertura ad oggi, mi rendo conto che sono anche troppo tormentata e che mi riesce più facile scrivere dei momenti bui che di quelli felici. Eppure ce ne sono!!!
Conclusione
Sono sorpresa di me stessa e degli alti e bassi umorali che mi caratterizzano. E di tutta la fatica che faccio a cercare di imbrigliare il mio stato d’animo imbizzarrito dandogli la giusta direzione. A volte ho quasi la sensazione di non essere io a scrivere. Se non fosse che le prove sono proprio li’ sotto gli occhi...
Esiste qualcosa di più pesante degli psicofarmaci??? Si accettano suggerimenti purché sia legale...

martedì 19 maggio 2009

Federica Bosco

Sono una fan di Federica per svariati motivi:
  • il primo perché ho comprato il suo libro d'esordio in aeroporto mentre partivo per New York ed é stata la lettura che mi ha accompagnato mentre ero nella mia città preferita al mondo;
  • il secondo per la dedica che ho trovato nelle prime pagine del libro;
  • il terzo perché è davvero bello sapere che c'è' qualcuno che realizza i propri sogni.
Va da se che non solo mi piacciono il suo modo di scrivere e le sue storie, ma che mi diverte molto anche seguire il suo blog (http://www.federicabosco.com/blog/).

E proprio oggi, in un momento di pausa in ufficio, ho letto il suo Post del 14 Maggio 2009.

Non avrei saputo spiegarlo meglio. Parlo della fatica di trovare la propria strada nella vita. L'ansia e la depressione che ti pervade quando ti accorgi di aver preso per l'ennesima volta quella sbagliata. L'incessante lavoro che occorre fare su se stessi per assicurarsi la serenità e la felicità che dovrebbero appartenerci di diritto ma che inevitabilmente sfuggono.La voglia di condividere con gli altri una soluzione che ha funzionato.

Io sono ovviamente ancora nella fase di ricerca. Provo tutte le vie possibili e combino un mucchio di casini!!! Ma certamente non demordo. O prima o poi ci arrivo... al traguardo ;-)

venerdì 10 aprile 2009

Terremoto.

Questa settimana ho totalmente ignorato il discorso del terremoto in Abruzzo. Non perché sia insensibile, ma perché come spesso accade mi sono fatta prendere dalle cose di tutti giorni, lavoro, casa, problemi ingigantiti...
Cosi fino a questa mattina quando ancora stesa nel letto accanto al mio compagno, facendo zapping ci siamo resi conto che oggi ci sarebbero stati i funerali di stato per le vittime del terremoto.
Io non so dire perché le lacrime hanno cominciato a scendere copiose, non so dire il perché non riuscissi a controllare i singhiozzi.
Non sono una persona dalla lacrima facile. Anzi, sono purtroppo affetta dal problema contrario. Nascondo le mie emozioni con una padronanza tale da sembrare una donna forte e dura...niente di più sbagliato.
Io so solo che davanti a tanta sofferenza, dolore, morte mi chiedo ancora di più come si possa credere in dio. Un dio che può tutto ma che non impedisce a una tragedia immane di accadere.
Ma oggi qualcuno ha risposto a questa domanda senza che io l'abbia pronunciata: Dio c'era per coloro che si sono salvati.
Io voglio sperare che sia cosi. Io non credo in Dio, ma spero di arrivarci e fare pace con Lui. Ma più di tutto spero che in questo momento vegli sul popolo abruzzese e gli dia la forza di superare il dolore, ricostruirsi una vita e andare avanti.
Spero che costringa tutti quelli che in questi giorni si sono prodigati in facili promesse a mantenerle tutte. In fretta. In modo da restituire una vita dignitosa a chi si e' visto distruggere in pochi secondi tutto il proprio mondo.
Un fiore ed un pensiero per tutti Voi!

martedì 7 aprile 2009

Serata rovinata...

Forse non ne ho mai parlato, o forse si, ma da qualche mese a questa parte, i miei Lunedì sera sono dedicati al mio gruppo di amiche con le quali faccio una sorta di “percorso spirituale” magari molto alternativo, ma soprattutto di grande crescita personale.
Così tutte le settimane ognuna di noi ripassa un po’ tutto quello che le è accaduto dal precedente incontro e tutte insieme commentiamo, ci consigliamo, ci prendiamo in giro e più di ogni altra cosa ci sosteniamo a vicenda.
Questo mio spazio ha su di me un effetto positivo incredibile, mi da una carica e una voglia di fare che poche altre cose mi riescono ad infondere in questo periodo e quindi sono sempre contenta ed entusiasta di partecipare.
Così ieri sera, che era appunto Lunedì, sono stata con le mie amiche, abbiamo cenato insieme, chiacchierato, riso, scherzato e bevuto vino...insomma abbiamo passato davvero una bella serata.
Una serata che è stata bella fino al mio ritorno a casa quando ho visto la faccia livida del mio ragazzo!!!
Che ovviamente era seduto nel letto davanti al computer portatile, leggendo mail di lavoro a mezzanotte quando le persone con un po’ di sale in zucca e un po’ di amor proprio si dedicano a ben altro....
Ho già accennato al fatto che lui ed io lavoriamo nella stessa multinazionale, e ho già più volte scritto di quelle che sono le nostre condizioni lavorative e tutto lo stress che ci causa il sapere che possiamo essere licenziati da un giorno all’altro...
E a ragion del vero, devo aggiungere che la sua situazione è sicuramente più stressante della mia soprattutto per il tipo di lavoro e di responsabilità. Soprattutto per il tipo di tagli in termini economici e di benefit che ha subito.
Però, perché un però c’è, la cosa che più in assoluto non capisco è il suo dannatissimo modo di reagire a tutto questo.
E’ arrabbiato con il mondo intero, sempre nervoso, stressato, pensieroso. E’ arrivato ad odiare un lavoro che aveva desiderato tantissimo e che all’inizio lo appagava totalmente e ovviamente lui non può fare niente per cambiare tutto questo!!!
(Se non si è capito, dalla parola ovviamente in poi il mio tono vuole essere assolutamente ironico).
Quello che mi fa incazzare di lui è che in ogni situazione deve piangersi addosso. Secondo lui non può fare niente per cambiare le situazioni e gli eventi. Non ha voce in capitolo, non ha potere...
Così io in maniera prima dolce e gentile e poi un po’ più decisa (forse anche un po’ aggressiva) cerco di fargli vedere le cose da un’altra prospettiva, cerco di spiegargli che siamo sempre in grado di cambiare le cose solo che costa un po’ di fatica e magari anche un po’ di incertezza all’inizio. Cerco di spiegargli che perdere il suo lavoro in questo momento non è la cosa peggiore che può capitargli, ma che è molto più preoccupante stare a guardare mentre si trasforma in uno sconosciuto-infelice-rabbioso-stronzo che tratta male chiunque e soprattutto se stesso.
E la cosa incredibile è che più questa situazione peggiora, più lui si dedica al lavoro e a null’altro...per dimostrare non si sa che cosa...
Il risultato di tutto questo? La mia bella serata rovinata; lui incazzato anche con me; io che stanca di tutto questo gli do le spalle, leggo due paginette del mio libro di Yoga e che mi addormento subito dopo senza più dire una parola; il mio odio verso le persone che si credono vittime della vita rafforzato...

Una luuuuuuuuunga pausa di riflessione!!!

Una lunghissima pausa senza scrivere. Fatta di lavoro, stress, stanchezza...di ristrutturazione della casa, di ricerca di nuovi mobili, di un lungo fine settimana a Praga...di litigi, serate con gli amici, agguati della suocera...di libri che finalmente passano dagli scatoloni del trasloco alle mensole della nuova libreria...di serate noiose, lunga stesa sul divano di casa inglobata tra lui e lo scaldotto quando si accende la televisione e si spegne il cervello...

giovedì 26 febbraio 2009

“I miei sogni sono i miei progetti di vita”

Bella frase. Ma non è mia. L’ho spudoratamente copiata da Fabio Volo.
E non perché sia un mio idolo, ma perché comunica in maniera semplice e diretta concetti illuminanti.
Almeno illuminanti per me che non l’avevo mai vista in questo modo.
Perché sono una di quelle persone che ha una vita direi normale: un compagno, un buon lavoro anche se a continuo rischio di licenziamento, amici simpatici, alti e bassi come tutti, ma soprattutto un cassetto pieno di sogni.
E ogni tanto, quando non sono presa dalla vita quotidiana, apro il cassetto, ravano tra le ragnatele, tiro fuori un sogno, uno piccolino, e con tanta fatica provo a realizzarlo.
Bella stronzata!!!
Si fa il triplo della fatica per un quarto del risultato...
E’ come dire che invece di impostare la propria vita nella direzione in cui si vuole andare, passi il tempo ad aspettare di arrivare dove vuoi per coincidenza, per puro caso.
E’ la differenza che passa tra salire in macchina per andare in un posto preciso con già la strada da percorrere bene in mente e salire in macchina e girare e rigirare tutte le strate che conosci fino a quando per caso o per fortuna non arrivi nel posto prefissato.
Non è assurdo?
A dirla così sembra davvero scontato, un concetto semplice, ma in realtà io non ci avevo mai pensato veramente. E ammetto che di molte cose mi sto accorgendo proprio ora mentre scrivo. Evidentemente mettere nero su bianco serve a prendere consapevolezza delle cose di cui neanche ti rendi conto.
Ma la cosa più tragica è che quando ho sentito quella frase, sono passata dallo stupore, alla depressione, alla rabbia nel giro di pochissimo.
Stupore per quella che mi sembrava una genialata, depressione per quella che in realtà non era una genialata ma avrebbe dovuto essere solo un punto di partenza fermo, uno stile di vita e di pensiero, rabbia perché mi credevo furba e invece ho sprecato un sacco di tempo.
Così oggi ho scritto una mail a Fabio Volo che magari neanche la leggerà (ma non è questo il punto) e gli ho chiesto in prestito la sua frase. Lui non lo sa, ma per usucapione diventerà mia!

martedì 17 febbraio 2009

Meraviglioso!!!

Questa è la canzone che in questo periodo mi fa sentire bene, davvero tanto bene. Quella che canto a squarciagola mentre guido, stiro o faccio la doccia. Che mi mette addosso gioia e voglia di vivere, di amare e condividere.
Non potendo cantarvela, copio il testo per tutti voi.

E' vero
credetemi è accaduto
di notte su di un ponte
guardando l'acqua scura
con la dannata voglia
di fare un tuffo giù uh
D'un tratto
qualcuno alle mie spalle
forse un angelo
vestito da passante
mi portò via dicendomi
Così ih:
Meraviglioso
ma come non ti accorgi
di quanto il mondo sia
meraviglioso
Meraviglioso
perfino il tuo dolore
potrà apparire poi
meraviglioso
Ma guarda intorno a te
che doni ti hanno fatto:
ti hanno inventato
il mare eh!
Tu dici non ho niente
Ti sembra niente il sole!
La vita
l'amore
Meraviglioso
il bene di una donna
che ama solo te
meraviglioso
La luce di un mattino
l'abbraccio di un amico
il viso di un bambino
meraviglioso
meraviglioso…
ah!…

(vocalizzato)
La notte era finita
e ti sentivo ancora
Sapore della vita
Meraviglioso
Meraviglioso....

Meraviglioso
il bene di una donna
che ama solo te
meraviglioso
La notte ora finita
e ti sentivo ancora
l'amore della vita
Meraviglioso
Meraviglioso...

venerdì 13 febbraio 2009

Venerdì 13: tiriamo le somme della settimana.

Questa è stata una settimana decisamente pesante. Oserei dire terribile. Non a caso finisce con Venerdì 13.
In pochi giorni ho visto sei dei miei colleghi essere licenziati e perdere in un breve momento il loro impiego e, come se non fosse bastato, questa mattina è venuta a mancare la mamma di un altro collega.
Se fossi brava ad applicare il pensiero positivo, potrei dire che io e il mio compagno, entrambi impiegati nella stessa azienda, ci siamo salvati dal licenziamento collettivo e che la mamma del mio collega ha finalmente posto fine alle sue sofferenze... ma ammetto che lo sconforto ha la meglio in questo momento.
In più rallegrarmi di essere ancora qui, con un lavoro, non mi fa comunque tornare la voglia di svolgerlo al meglio. Perché la verità è che è difficile lavorare con impegno e precisione in un ambiente dove ogni tre mesi annunciano nuovi tagli al personale e per di più, i tagli riguardano sempre persone capaci e preparate. (Il mio primo pensiero va ad Eric e Davide).
D’altro canto, so anche che proprio per rispetto ai colleghi mandati via, dovrei continuare ad impegnarmi...
Chissà... forse basterà un week end di riposo e distrazione per farmi tornare un po’ più serena e con la voglia di lavorare con più concentrazione ed impegno.
O forse ci vorrà un miracolo...

martedì 10 febbraio 2009

Ciao Eluana

Il mio pensiero, e quello di molti altri, oggi va ad Eluana Englaro spentasi ieri 9 Febbraio 2009 nella Clinica “La Quiete” di Udine.
Con un sospiro di sollievo posso finalmente dire che Eluana ce l’ha fatta.
Ho seguito la sua storia fin da tempi insospettabili quando ancora era sconosciuta ai più. E dalla prima volta che ho visto in video suo padre Beppino, ho capito quale tormento e lacerazione dovesse esserci dietro tutto questo.
Provo ammirazione sincera e stima profonda nei confronti di un padre che mette al di sopra di tutto la volontà di una figlia che non può più esprimerla se non attraverso le parole e le azioni del genitore. Provo affetto e compassione per un padre che per 17 anni ha combattuto affinché Eluana potesse scegliere per se stessa e involontariamente essere l’apripista per chi la pensa come lei (e me).
Metto da parte quello che penso dei politici e degli esponenti della chiesa cattolica, del loro comportamento e della strumentalizzazione che è stata fatta con questo caso per non essere a mia volta parte dello stesso sporco e ignobile gioco.
Mi permetto di mandare un abbraccio virtuale alla famiglia di Eluana e concludo per rispetto nei loro confronti.

sabato 17 gennaio 2009

Nostalgia, nostalgia canaglia (titolo copiato!!!)

Oggi nulla da raccontare che sia degno di nota... a parte che continuo a pensare a New York e che vorrei essere li...
Buona notte!

Amsterdam: poche aspettative, grande sorpresa.

Funziona sempre così, quando ti aspetti poco da un viaggio ricevi delle grandi sorprese.
Ed è così, che abbiamo cominciato l’anno partendo la sera del 1 Gennaio con destinazione Amsterdam.
Per quello che mi riguarda, aspettando di trovarmi in una gelida città nordica, dedita al vizio e alla lussuria, con l’unico obiettivo di mettere un’altra tacca al passaporto e una puntina in più sulla cartina geografica. Ma anche di visitare il Museo Van Gogh.
Io che maniaca delle guide turistiche, parto sempre con una lunga lista di posti da vedere e musei da visitare sempre in corsa contro il tempo per essere sicura di non perdermi niente (perché chi può dirlo se mai tornerò di nuovo lì?), non mi aspettavo davvero nulla da questo viaggio.
E invece tutte le mie stupide idee preconcette da vera bacchettona italiana (io che mi vantavo di non esserlo, ma si vede che ci entra nel sangue per osmosi), sono crollate solo passeggiando per la città.
Una bella città, grande (o piccola dipende dai punti di vista) al punto giusto, a misura d’uomo dove ci sono più biciclette che macchine (che meraviglia) dove persino i tram sono silenziosissimi.
Se non fosse per il clima che a Gennaio non mi è esattamente congeniale, si può tranquillamente girarla tutta a piedi o imitare gli indigeni che seguaci di Pantani sfrecciano sulle loro biciclette sulle onnipresenti piste ciclabili.
Se posso dare un consiglio, fate attenzioni proprio ai ciclisti!!! Corrono come disperati...ma soprattutto vi investono!!!
Ho una predilezione per le città “sull’acqua” e Amsterdam con i suoi canali navigabili non fa certo eccezione. Ed in effetti cenare a lume di candela a bordo dei tipici barconi mentre navigano fra un canale e l’altro è davvero una bellissima opportunità per visitare la città in modo diverso e romantico. E anche di sbirciare nelle famose “houseboat” attraccate lungo i canali dal momento che gli olandesi non amano le tende ed è quindi impossibile che non far cadere l’occhio trasformandoti in un guardone!!!
Quello che colpisce maggiormente però è la coesistenza e convivenza di persone provenienti da ogni dove, chiese di diverso credo, luoghi di cultura, coffeshop e quartiere a luci rosse. Senza che questo scandalizzi nessuno. Senza morbosità o falsi moralismi.
Nel complesso una città che mi ha conquistato perché sembra essere un posto in cui vivere con ritmi un po' più sostenibili, ma soprattutto un posto in cui regna sovrana la tolleranza.
E scusate se è poco...

giovedì 15 gennaio 2009

Licenziamento: disgrazia o opportunità?

Oggi per l'ennesima volta negli ultimi 10 anni, la mia azienda ha annunciato che ci saranno a breve una serie di licenziamenti che ridurranno la forza lavoro del 15%.
Come se non bastasse, ai fortunati rimasti verrà ridotto lo stipendio del 10%.
Questo per contrastare la crisi economica che ha colpito il mondo intero e far rimanere in piedi anche se barcollante l'azienda.
Da un po' di tempo ormai ho capito che preoccuparsi e stare male per la paura di essere licenziati non ha molto senso. Per due ragioni: la prima è che non posso proprio fare nulla di concreto per salvarmi il posto di lavoro se non continuare come negli ultimi 10 anni a svolgere i miei compiti con dedizione e impegno. Ma anche questo non ha aiutato numerosi colleghi più in gamba di me che sono comunque stati messi alla porta. La seconda è che tutte le preoccupazioni che mi hanno afflitto in tutto questo tempo si sono rilevate inutili e dannosissime per la mia salute fisica e mentale. In fondo nonostante la paura e l'ansia, sono ancora qui!!!
Confucio diceva (era lui?): "Se c'è una soluzione perché arrabbiarsi. Se non c'è una soluzione, perché arrabbiarsi?"
E' umano però fare un pensierino su cosa farei in caso tale ipotesi si verificasse. E udite udite, io ho pensato che potrebbe essere l'occasione giusta per passare un bel mesetto a New York!!!
In fondo licenziandomi mi darebbero un "bonus" (chiamiamolo così) che mi dovrebbe permettere di avere lo stesso stipendio (più o meno) di adesso per circa un anno, un anno e mezzo e potrei proprio provare a vivere nella Grande Mela e vedere che succede...
E sicuramente avrei modo di capire cosa voglio, o almeno di avere le idee più chiare e di scrivere tanto perché avrei parecchio tempo libero...
Potrebbe proprio essere il modo di trasformare una disgrazia in un'opportunità e magari di trasformare la mia vita in un qualcosa di più simile a ciò che desidero.

martedì 13 gennaio 2009

Giornata inquieta...

Oggi è un’altra di quelle giornate inquiete. Non la giornata in sé, proprio io...
Sento che la mia vita non può essere tutta qui. Non può essere solo un buon lavoro, un compagno e magari un giorno dei figli in una casa che stiamo mettendo a posto a mio gusto ma che non sento mia...
Una facciata dorata, mentre i miei pensieri sono rivolti a New York ad un’appartamento solo mio ad un lavoro che mi consenta di fare le cose con i miei tempi anziché portarmi in ufficio 8 ore al giorno.
Io ho sempre voluto scrivere. Ci ho sempre pensato e ho sempre represso questo pensiero.
La prima bozza di libro l’ho scritta quando frequentavo le scuole medie inferiori. Ero proprio una bimba.
Quando ero piccola dicevo a mia madre di voler vivere in albergo, forse era un segno.
Adesso penso che se riuscissi a scrivere per professione potrei farlo viaggiando, o vivendo tra qui e New York.
Ho sempre predicato agli altri che tutto è possibile, che basta volerlo, ma in realtà lo dicevo a me stessa. La vita che sto vivendo adesso non è la vita che volevo per me, ma quella che mi sono messa addosso per far contenti gli altri. Quella che mi serve per farmi finalmente dire che sono brava solo perché ho rispettato le aspettative di tutti.
Perché quando vivevo da sola e “viaggiavo a vele spiegate” per la mia strada, davo fastidio a tutti. E non ho capito se perché erano preoccupati per me o se perché quando la tua è una vita felice e fai quello che vuoi, gli altri ti temono in quanto esempio di quello che loro non riescono a fare.
E non è che facessi grandi cose, non è che fossi completamente felice, non è che fosse facile. Ma ci provavo.
Adesso mi sembra di essermi arresa, adattata ai cliché che mi vogliono convivente con un “bravo ragazzo”, grande lavoratrice, che si prodiga per gli altri quando invece vorrebbe dire loro di andare a farsi fottere. Mi ci manca solo un figlio...

E allora scrivo, scrivo, scrivo e scrivo ancora. Con una storia che mi “frulla” per la testa e che spero di sviluppare. E tornerò a provare ad avere la vita che sogno, e che mi merito. E la smetterò di ascoltare gli altri perché solo io so cosa va bene per me!!!

mercoledì 7 gennaio 2009

La maga delle spezie di Chitra Banerjee Divakaruni

La critica dice:
Poco e niente...

PrinciSpessa dice:
MERAVIGLIOSO!!!
Un romanzo insolito, profondamente diverso, un salto in una cultura semi-sconosciuta partendo da un punto di vista singolare che ha per vere protagoniste le spezie maneggiate da una maga che trova il modo di seguire il suo cuore come solo una donna sa fare.
Un libro pieno di colori, odori, aromi che solo leggendo riesci ad immaginare, annusare, assaggiare...

Buon Anno a tutti noi...

che sia magnifico, vivace, prezioso e pieno di amore.
Che porti con se serenita', gioia e tutto quanto veramente desideriamo.