mercoledì 28 ottobre 2009

Ottobre 2009 - Prima novità

E’ veramente trascorso tanto tempo dall’ultimo mio post. Praticamente da quando sono tornata dalle vacanze estive non ho più scritto una riga su questo mio trascurato blog. Eppure ne sono successe di cose...
Comincio da una delle più importanti: la corrispondenza tra me ed il mio genitore biologico.
(Per ovvie ragioni di privacy, ho cancellato nomi e riferimenti che possano portare a riconoscere le persone coinvolte).
Il 6 Ottobre mi sono finalmente decisa a scrivergli, come sempre in uno dei miei momenti di feroce impulsività. E poi ho atteso...
Sembravo un’anima in pena. Con l’adrenalina che scorreva al posto del sangue e incapace di dormire. E ovviamente non volevo parlare con nessuno di quello che stavo cercando di fare perché se lui non mi avesse risposto non avrei sopportato gli sguardi di pietosa preoccupazione e le frasi di circostanza di chi mi stava intorno.
In realtà l’attesa non è stata poi così lunga e solo qualche ora dopo ho ricevuto la sua breve risposta.
E li è successo qualcosa che non avrei mai sospettato: emozioni fortissime, sconosciute, contrastanti, lacrime copiose e stati d’animo che non pensavo di provare. E’ come se avessi realizzato solo in quel momento il carico di emozioni che la mia storia personale si era trascinata dietro. Per la prima volta ammettevo anche con me stessa quello che veramente provavo nei confronti di questa cosa.
Da qui la mia seconda mail, e la sua successiva richiesta di vederci per un chiarimento.
E poi il mio panico, la telefonata alla mia migliore amica per spiegarle che avevo paura, che non volevo incontrarlo, che non gli sarei piaciuta...
Tutto accadeva troppo in fretta anche se ero io ad aver cominciato tutto.
E poi lo shopping compulsivo perché “non avevo niente da mettermi” per un’occasione così, perché volevo sentirmi bella ed esserlo ancora di più per lui. Perché volevo essere voluta ed accettata, perché volevo che fosse orgoglioso di me.
E alla fine la decisione di incontrarlo, di pranzare con lui.
Un paio d’ore di un Giovedì di sole, dove splendida mi avviavo a incontrare mio padre dopo più di trent’anni.
Lui mi ha abbracciato, io non proprio.
Lo stomaco pieno di farfalle che dal giorno prima cercavano una via d’uscita senza trovarla.
E’ stato un pranzo piacevole, senza grossi scossoni. Abbiamo chiaccherato, di tutto un po’, e non tutti i nodi sono arrivati al pettine. Ma è andata bene così.
Perché ho capito tante cose... dopo. Ho capito che gli esseri umani commettono errori, che non sempre sono capaci di fare la cosa giusta. Ma che si può scegliere la via più semplice o la meno battuta.
Mia madre ha scelto di esserci. Di prendersi cura di me. Il più delle volte facendo clamorosi errori e non capendo nulla di quello che mi stava accadendo. Ma oggi non sarei la persona che sono se la mia vita fosse stata diversa. E tanto male non è andata. Di questo devo darle atto e riconoscerglielo.
Io non lo so se ci saranno altre occasioni di vederlo. Lui mi ha detto “di sentirmi libera di condividere delle cose con lui” se dovessi avere voglia di farlo.
E io farò quello che sentirò, una volta tanto.

6 Ottobre 2009 – Ore 15.59 (IO)
Ciao M.,
sono nome e cognome e spero tu sia la persona che sto cercando.Se cosi' non fosse, chiedo scusa del disturbo e Le auguro buona giornata.
Se invece hai riconosciuto il mio nome, immagino tu abbia già capito esattamente chi sono. Sono certa che sarai sorpreso di ricevere questa mia mail, ma spero di non averti sconvolto troppo. Ho pensato e ripensato se scriverti o meno, ma in fondo non ho nulla da temere o da perdere e la posta elettronica garantisce il giusto grado di distanza per salvaguardare la privacy di entrambi.
Quindi eccomi qui.
Voglio come prima cosa tranquillizzarti: non voglio e non cerco nulla. Soprattutto non voglio in alcun modo alterare gli equilibri della tua vita o recare danno.Sono solo curiosa circa una parte della mia esistenza che personalmente non ricordo e di cui mi hanno parlato molto poco.Se fosse possibile vorrei la tua versione dei fatti e comprendere come sono andate le cose.Cerco solo risposte.
Lascio a te la scelta. Se vorrai rispondermi ne sarò felice.In caso contrario non proverò mai più a mettermi in contatto con te e rispetterò il tuo silenzio.Va da se che puoi prenderti tutto il tempo che ritieni necessario per decidere se rispondermi.
Comunque vada, Ti auguro il meglio.
Firma

6 Ottobre 2009 – Ore 22.09 (LUI)
se sei la persona che penso tu sia, mi ha fatto piacere ricevere il tuo messaggio. Cosa vuoi sapere della tua vita che conosci poco?

7 Ottobre 2009 – Ore 1.16 (IO)
Desidero sapere perché uno dei miei ricordi più vivi di quando ero piccina è quello di quando ripetevo di chiamarmi nome e suo cognome, dei giri notturni in una 112 Blu per farmi addormentare, di un incontro casuale in Corso xxx con una persona di cui ho il volto scolpito nella mente e che ti somiglia così tanto che scendeva da una Diane verde (potrei sbagliarmi sull'auto), di una telefonata fatta a casa mia da una persona che mi parlava gentilmente e subito dopo comunicava a mia madre la nascita delle sue due bimbe, di mia madre che ti diceva quanto ero diventata bella...
E poi più nulla. Nessuna spiegazione da parte di nessuno alle mie domande di bambina che capiva perfettamente che il padre biologico era diverso da quello che la stava crescendo. Tutti negavano e rimpinguavano le menzogne.La stessa bambina che non ha mai capito perché tutto doveva essere tenuto nascosto come il peggiore dei crimini. Io sono quella bambina che ha sempre sentito la mancanza di un pezzo del suo puzzle, ma che ha sempre pensato che insistere sull'argomento potesse ferire le persone care.
E poi la rabbia dovuta alla persistente sensazione di rifiuto, di non essere voluta, di non essere importante. E da li la finta indifferenza, la mia ostinazione nel chiedere di non portare più il tuo cognome.
Oggi, da donna con il cuore che batte forte e le farfalle nello stomaco, ti chiedo solo di spiegarmi come sono andate le cose quando ero piccina. Della ragione della separazione da mia madre, ma soprattutto da me. Del perché non hai più voluto che facessimo parte uno della vita dell'altro. Di come tu sia riuscito a non chiederti come potessi stare, di che persona fossi diventata, se avessi in qualche modo bisogno di te...Del perché non hai mai tentato di parlarmi anche dopo che sono diventata un'adulta.
Ti prego di credere che le mie intenzioni non sono quelle di accusarti o giudicarti. Ma oggi ho l'opportunità di capire e finalmente colmare un vuoto. Oggi so che nessuno si sentirà ferito o tradito da questo mio dialogo con te. Ma sento di dovere a me stessa almeno il tentativo di comprendere.
Io resto in fiduciosa attesa di una risposta, consapevole della difficoltà che probabilmente comporterà per te aprire un capitolo della tua vita da tempo chiuso e sigillato. Ma resto tua figlia e chiedo solo onestà.
Firma

7 Ottobre 2009 – Ore 8.15 (LUI)
Ritengo opportuno a questo punto non proseguire su questa strada: la cosa migliore da fare e vederci; io domani e venerdì sono abbastanza disponibile, poi devo partire per lavoro per una decina di giorni. Quali sono i tuoi impegni? Che orari avresti disponibili per bere insieme un caffè? Riesci a chiamarmi dalle 10,00 in poi oggi? Ti lascio il mio cell. A presto,
Firma.