martedì 17 novembre 2009

Viaggi, viaggi e ancora viaggi

Bene, bene. Tra 13 giorni parto per New York City e ovviamente non sto nella pelle.
Ho aspettato questo momento per più di un anno. Soprattutto ho tormentato chiunque mi sia stato ad ascoltare parlando di quanto NYC sia meravigliosa ed eccitante.
E di quanto io la senta la mia città...
Ed in effetti questa mia mania per la Grande Mela ha un po’ oscurato tutta una serie di viaggi fatti in quest’anno fortunato.
Perché quello che farò tra un paio di settimane non è che l’ultimo dei viaggi che avevo programmato: Gennaio Amsterdam – Marzo Praga – Luglio Roma – Agosto Croazia – Ottobre Istanbul – Dicembre NYC.
Tutti posti meravigliosi, che mi hanno lasciato, chi più chi meno, un segno nel cuore e nella memoria... per non dire dei solchi nel conto in banca...
E per quest’anno non credo proprio di potermi lamentare con il mio prode fidanzato che ancora una volta dimostra quanto mi ama e ha la valigia pronta anche quando la valigia vorrebbe usarla per spedire me lontano lontano.
Degli altri viaggi ho scritto poco, ma vedrete che di NYC leggerete anche troppo.

Che palle sti reality...

Ne possiamo parlare? Io non ne posso più. Lo so, è scontato, diciamo tutti così, ci lamentiamo ma poi finiamo tutti per guardarli... E allora perché lagnarsi???
Semplicemente perché mi sono rotta le palle di non avere un’alternativa decente alla merda che ci propinano.
Io non ci credo alla palla che gli italiani vogliono solo quella spazzatura li. Io sono italiana e quando è possibile preferisco guardare Saviano a “Che tempo che fa” invece del Grande Fratello.
Solo che se in televisione non c’è nulla di diverso da guardare e tu hai voglia di svaccarti sul divano perché sei stanco morto, ti senti quasi costretto a guardare questi reality, che più che trasmissioni sembrano circhi con addobbati animali in gabbia che fanno qualunque cosa pur di avere un osso...
E’ anche vero che una possibile alternativa è quella di non accendere affatto la televisione e dedicarsi ad altro, cosa che faccio con regolarità preferendo un buon libro, ma in serate come quelle di ieri sera dove praticamente strisciavo sui gomiti e i miei neuroni si rifiutavano di sforzarsi a leggere, mi sarebbe piaciuto poter stare sdraiata sul divano a guardare qualcosa di divertente e magari intelligente in TV.
Chiedo troppo?
Invece il deserto più assoluto del palinsesto offriva cosucce e la punta di diamante altro non era che il Grande Fratello alla sua milionesima edizione!!!
Ma perché mai avrei dovuto uccidere infierendo così sui miei stanchi neuroni?
Sono l’unica a pensarla così?

lunedì 16 novembre 2009

Se non è amore questo!!!

Se sapesse che scrivo di questa cosa mi ucciderebbe.
Del resto è la ragione per cui non sa proprio nulla sull’esistenza del blog.
Che tengo segreto proprio per scrivere liberamente senza la paura di ferire nessuno. Ma soprattutto senza che nessuno mi riconosca e io possa parlare liberamente delle figuracce che faccio di continuo...
In questo caso per evitare di morire prematuramente!

Questa più che una figuraccia è stato un tentato suicidio.
No, non è che improvvisamente io abbia perso la voglia di vivere, ma è che mi sono messa in una situazione in cui il minimo che mi potesse succedere è di venire uccisa.
Lo so che state pensando allora non è un suicidio, ma un omicidio, ma il problema è che siccome io sapevo bene in che situazione mi stavo cacciando avrei dovuto stare attentissima a quello che facevo e invece sono quasi riuscita a farmi strangolare.
Equivale un po a buttarsi da un ponte e pensare di non farsi male...

Si va be, ve lo racconto che magari è più chiaro.

Il mio fidanzato meraviglioso (nel caso scoprisse il blog mi paro un pò il sederotto) amava alla follia i suoi capelli (il verbo è al passato per un buon motivo). Ne parla come di un trofeo. Cose del tipo: ”i miei lunghi riccioloni biondi” oppure “avevo i capelli bellissimi e lunghi” e ancora “i miei meravigliosi boccoli”. E mentre racconta queste cose, tira fuori dal portafogli una foto terrificante a testimonianza del fatto che un tempo aveva i capelli lunghi. Più che altro a testimonianza che un tempo aveva i capelli punto.

E non è che lo stia prendendo in giro, sia chiaro, perché a me i ragazzi con i capelli lunghi proprio non mi garbano. A me piace molto di più adesso.

Comunque, da quando stiamo insieme, più o meno ogni due mesi mi chiede di “tagliargli” i capelli perché avendoli corti e ormai pochini, li taglia in casa con il rasoio elettrico.
Dopo un po’ di settimane in cui praticamente mi supplicava di aiutarlo, Martedì scorso, più o meno intorno all’una di notte, mi decido a entrare nella parte di un’esperta e capace parrucchiera. Quindi mi avvio in bagno, inforco il rasoio e con fare sicuro lo metto in posizione sul lavandino. Del resto se non lo “piego” in avanti non gli arrivo neanche all’orecchio...
E zzzzzz di qui e zzzzzzz di là continuo a tagliare i capelli alla lunghezza di 4mm.
Questo dettaglio è molto importante. Perché anche se può sembrare semplice, vi posso assicurare che lui mi guarda tesissimo e mi controlla a vista. Perché se anche non ha più i suoi bei capelli di un tempo, il suo amore per loro è rimasto immutato. Anzi: li ama ancor di più come quando il tuo cantante preferito muore e lo idealizzi al punto da non ricordare più un solo lato negativo.
Dicevamo: lui piegato a novanta sul lavandino, io con in mano un rasoio. Fin qui tutto bene.
Finché gli dico: ”Amore ho finito, pulisco il rasoio e ti do un’ultima passata per essere sicura di aver fatto tutto per benino”...
Prendo il rasoio, glielo passo sulla tempia sinistra e... gli faccio una strisciata come se lo avessi depilato completamente...
Cazzzzzzoooo non ho regolato il rasoio sui 4 mm nooooooo sono morta...
Lui non si accorge subito del disastro, ma dalla mia faccia capisce che ne ho combinata una delle mie e sulla sua faccia in pochissimi secondi si passa dalla preoccupazione alla incredulità alla Oh mio dio no i miei capelli al Mo ti uccido...
E io per tutta risposta, poso il rasoio sul lavandino, mi porto le mani al viso in segno di disperazione, comincio a supplicarlo di perdonarmi, di non lasciarmi, di non buttarmi fuori di casa e a riprova del mio dispiacere scoppio a RIDERE come una pazza e non riesco più a fermarmi...
E lui: si guarda allo specchio, gli vengono le lacrime agli occhi, saluta i suoi 4 mm di capelli (più che altro gli fa un funerale), si gira verso di me (che ancora rido) e MI ABBRACCIA e mi dice che non importa, che capita di sbagliare, che mi ama e continua a consolarmi...
Se pensate che il giorno dopo sarebbe partito per un viaggio di lavoro durante il quale avrebbe incontrato alcun dei suoi clienti più importanti e che ci è dovuto andare conciato così, non potete darmi torto se dico che non mi ha ucciso solo perché mi ama...

giovedì 12 novembre 2009

Federica: illuminante!

Di questo devo proprio scrivere a caldo.
Questa sera, nonostante l'influenza, ho alzato il mio bel sederone dal divano e mi sono diretta nella mia bella Milano per la presentazione di un libro alla Feltrinelli.
Il libro e' "S.O.S. Amore" e l'autrice e' ovviamente Federica Bosco.
Ora il connubio Milano e Feltrinelli prometteva davvero bene: amo Milano e la Feltrinelli e' da sempre la mia libreria preferita nonché rifugio segreto per i momenti di sconforto.
Quindi niente poteva essere più naturale dell'andare ad una presentazione di un libro (mai fatto prima in vita mia, ma faceva figo) di un'autrice che per di più mi piace...
Mentre guidavo pero', pensavo a come sarebbe stato incontrare Federica. Avevo un po' la paura di incontrare una persona che in qualche modo deludesse l'immagine che avevo di lei.
Un po' intuivo come poteva essere perché frequento spessissimo il suo blog, ma soprattutto dall'affetto che le ragazze di Boscolandia hanno per lei.
Ma resta il fatto che il timore c'era ed era innegabile.
L'altro timore era quello che entrando in Feltrinelli con una copia del libro comprata il giorno di uscita dello stesso (c'ho le prove fotografiche) alla Mondadori, si mettesse a suonare tutto e mi accusassero di furto.
Non prendetemi per pazza, ma non sono nuova a questa cosa e mi e' già capitato di essere additata in un centro commerciale come ladra di CD che avevo comprato il giorno prima e che mi ero dimenticata nella borsa.
Siccome non immaginavo che una volta pagati potessero far suonare comunque l'antifurto, appena raggiunte le casse sono riuscita a far attivare le sirene e incazzare le guardie...
Lo so, lo so, sto divagando... ma vorrei vedere voi...
Comunque, appena arrivati in libreria, ho visto Federica e ho pensato "mazza quanto e' alta!!!" (Che un pensiero profondo eh?).
Poi ho aspettato che la presentazione vera e propria cominciasse chiaccherando con alcune delle ragazze delle quali leggo spesso nel Blog.
Che dire della presentazione se non che e' stata fantastica, divertente, ironica ma soprattutto illuminante?!?!?
No, non sto esagerando. Perché la mia impressione di questa sera e' stata che indubbiamente Federica e' una brava autrice, ma soprattutto una persona speciale, che arriva dritto al cuore delle persone e all'anima delle cose. Una persona che incoraggia gli altri ad amare e a rispettare in primo luogo se stessi perché' il resto arriva da se. E non lo fa dando consigli dall'alto del suo pulpito, ma mettendosi in gioco e raccontando in primis le sue esperienze talvolta disastrose, altre divertenti altre ancora piene di sofferenza.
Quindi e' una donna che ha provato sulla sua pelle ciò di cui parla e che passa a noi tutte il messaggio che imparare a volersi bene e a trovare la nostra strada si può ed e' doveroso.
Inoltre in un mondo pieno di "Lei non sa chi sono io" e' quasi sorprendente vedere una persona genuina che ride e scherza e abbraccia le sue lettrici come fossero vere amiche, disponibile ad autografare le copie dei libri, farsi fotografare e soprattutto ricordarsi di quasi ognuna di loro.
In conclusione le mie aspettative non sono certo state deluse, semmai surclassate.

martedì 10 novembre 2009

Perchè uno decide di prendere a badilate il proprio capo???

Come può accadere che una devota, dedicata assistente decida in un tranquillo giorno di Novembre di prendere a badilate il proprio diretto superiore?
E’ molto più semplice di quello che si può pensare. Sentite un po’ qua.
Stamattina, dopo quello che avrebbe dovuto essere un romantico week end lungo a Siena ed invece è stato “solo” un week end lungo ma soprattutto pieno di bacilli, rientro in ufficio dopo una seduta di ben due ore di dentista...
In effetti non sono un gran che da vedere: occhi gonfi, naso bordeaux per il troppo soffiare, e grazie all’anestesia fatta dal dentista ho un ghigno che mi fa sembrare la sorella della creatura di Frankenstein. Se penso che c’è gente che paga per farsi fare il botox per avere la stessa espressione paralizzata che avevo io stamattina, capisco perché il mondo va a rotoli...
In più metteteci che per natura (o credo religioso fate voi) non mi alzo mai prima delle nove del mattino (almeno che non debba partire per le vacanze o ci sia il rischio di fare la pipì a letto) e arrivo in ufficio sempre intorno alle 10:30 (benedetto orario elastico) e che invece stamattina alle nove in punto ero già seduta sulla poltrona del dentista che non è esattamente vicino a casa mia e che ho dovuto fare quasi un’ora di coda in macchina per raggiungerlo... be insomma ero decisamente messa male.
Entro in ufficio ed ecco quello che succede.
Grazie al panico da pandemia che ci hanno fatto venire con servizi televisivi e articoli di giornale, si è aperta la folle come le acque del Mar Rosso con Mosè. Ad un certo punto ho cominciato ad annusarmi le ascelle e poi a giurare a tutti che solo due ore prima avevo fatto la doccia. Ma non basta, proprio no. Subito dopo il mio simpaticissimo capo mi dice: “Potevi anche startene a casa una settimana in malattia, perché adesso ci impesti tutti!!!”
Lo stesso simpatico capo che quest’anno mi avrà ripetuto circa un milione di volte (in lettere perché oggi proprio non ce la fo’ a pensare a quanti zeri ci vogliono) che non ci sono mai quando gli servo. Adesso io dico: ma sarà stronzo???
E per la cronaca, non è che io non ci sia mai, ma è che avevo circa 4 anni di ferie arretrate e quest’anno ne ho dovute fare un po’. Quindi le faccio adesso perché non le avevo fatte prima. Ma al tempo non è che nessuno si sia mai lamentato dicendomi ma porca miseria ci sei sempre quando ci servi, o anche quando noi siamo in vacanza per un mese di fila!!! Lo so chiedo troppo. Ma lasciatemi sfogare...
E io che ieri dal caldo del mio letto, avvolta nel mio piumone, pensavo di chiamare il dottore e chiedergli la grazia di qualche giorno di malattia e invece sono voluta venire in questo posto di ingrati. Perché a noi donne quando nasciamo ci infilano un microchip nell’orecchio (e dico nell’orecchio ma sapete bene dove intendo) che ci costringe a fare Wonder Woman anche quando proprio non serve...
In realtà il mio capo è una brava persona, ma è pericoloso scherzare con me quando sono malata e l’influenza mi ha foderato nonché isolato il cervello...
E l’influenza l’ho beccata dalla mia dolce metà che sabato a pranzo mi ha portato a pranzo da mammà che con papà (sto delirando lo so, ma abbiate pazienza almeno voi) avevano ancora gli strascichi della settimana a letto con la sorella della Suina, dicesi influenza maiala, e che mi hanno attaccato con i loro bacilli infetti...
3 contro 1 può solo essere paragonato a sparare sulla Croce Rossa dove io faccio da bersaglio.
Baci e bacilli
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