domenica 13 febbraio 2011

Se non ora quando!

Oggi e' uno di quei giorni in cui sono in un posto e vorrei tanto essere in un altro. Per eccesso di prudenza dopo una settimana di febbre e virus intestinale, un po' per pigrizia, ho deciso di non andare in manifestazione a Milano e adesso sono qui che mi rodo il fegato.
Sarebbe stato importante esserci, far sentire la mia voce, far capire a chi non ci crede più che la maggior parte delle donne non e' come le descrivono i telegiornali o la carta stampata.
Noi siamo esseri meravigliosi, piene di risorse, che mandano avanti il mondo, capaci di donare la vita. Solo alcune di noi si danno via per una borsa griffata.
E non c'e' giudizio in questa mia affermazione. Credo che una persona debba agire secondo la propria coscienza libera di farlo anche quando commette un grave errore. Ma credo anche che se io lascio la porta di casa mia aperta, questo non autorizzi le persone ad entrare e a rubare!
Lo so sono pensieri confusi, ma e' venuto il momento di dire basta con il ciarpame, le cose inutili, la spazzatura.
Voglio urlare al mondo che noi occupiamo un posto importante, che siamo belle, brillanti, intelligenti sempre. Senza distinzione, con i bigodini e la cellulite. Sia le bidelle, che le manager, le commesse e le impiegate. Quelle che vestono griffato e quelle che comprano al mercato. Le mamme e le single. Quelle che fanno sesso occasionale e quelle che non conoscono che il marito. Le ragazze nere, le rom, le milanesi e le siciliane. Chi ama un uomo o cento, e chi ama una donna o cento.
A me non importa che tipo di donne siete. Io voglio solo che finalmente venga riconosciuto il nostro ruolo. Pretendo di venir considerata come un essere umano. Voglio non dover far vedere tette e culo per guadagnarmi un posto di lavoro. Voglio non dover far il triplo della fatica di un uomo per poi guadagnare la meta'. Voglio non dover pensare che se faccio un figlio, la posizione per cui ho lavorato sodo e' a rischio. Voglio non dover scegliere tra carriera e famiglia. Voglio che gli uomini si uniscano a noi nella lotta.
Perché loro prima di tutti dovrebbero sapere cosa vuol dire non averci accanto, sempre presenti e pronte a supportarli. Ora e' il loro turno per sostenerci.
Ma soprattutto, voglio non dover scendere in piazza per rivendicare tutto questo. Solo allora la nostra lotta sarà veramente finita e lo scopo raggiunto.

SONO UNA DONNA E DICO BASTA