venerdì 28 maggio 2010

Un rilassante pomeriggio libero...???

Un mercoledì pomeriggio di qualche settimana fa, mi sono concessa un pomeriggio libero dal lavoro, fidanzato e quant’altro.
I miei piani erano: parrucchiere per trattamento tono su tono, taglio e piega, shopping per acquistare un paio di scarpine blu adocchiate tempo prima, ricerca del regalo di compleanno per Sabina, portare a riparare l’anello della Breil regalatomi dal fidanzato il nostro primo Natale insieme. Poi sarei andata dal “manipolatore” (poi vi spiego) e infine a cena sola soletta con Sabi per festeggiare vis-a-vis il suo compleanno.
Non male come programma no?
Ecco, adesso vi spiego come è andata.
Avrei dovuto uscire dall’ufficio subito dopo pranzo (intorno alle 14:00), ma siccome non si sa mai cosa può succedere quando non sono in ufficio appena prima di uscire i miei colleghi hanno cominciato tutti a farmi domande di ogni tipo. Se ve lo state domandando no, non sono un genio indispensabile (indispensabile no, ma importante si). E’ che lavoro con un gruppo di cerebrolesi! Se prendo ferie anche solo per mezza giornata si fanno venire in mente le domande più impensate. Non è un caso che siano tutti uomini. (Dai lo sapete che in fondo in fondo vi voglio bene!!!)
Comunque dopo aver rassicurato tutti come bambini che sarei regolarmente tornata il giorno dopo, alla fine ce la faccio, esco dall’ufficio (leggasi fuggo dall’ufficio) e vado dal parrucchiere al di la della strada.
In effetti avrei dovuto capire subito che uno che si fa chiamare con un nome francese ed è italianissimo mi avrebbe potuto creare dei problemi, soprattutto avrei dovuto ricordarmi che chi mi ha suggerito di andare lì porta un taglio di capelli a dir poco originale. A mia discolpa posso dirvi che avevo già provato prima di Capodanno ed era andata abbastanza bene.
Ad ogni modo entro e chiedo se posso fare il tutto e soprattutto comunico che devo assolutamente essere a Milano per le 18:00, sicura che con tre ore abbondanti la risposta non può che essere positiva. E ovviamente non è così!!!
Mi guardano come se fossi pazza e mi fanno notare che il procedimento richiesto è parecchio lungo e che possono provare a farmi uscire da lì alle 18:00 ma assolutamente non prima.
Io mi guardo intorno, non c’è un solo cliente e mi domando perché non possano lavorare in due su di me dal momento che sono entrambi liberi, ma sospiro, accetto e mi siedo brava brava nella postazione indicata dicendo tra me e me di smetterla di fare la noiosa e di godermi il pomeriggio!
A questo punto cominciano le grandi manovre. Identificato il colore giusto dalla mia scheda, partono dai colpi di sole: una tragedia. Avete presente come si fanno i colpi do sole? Piccole ciocche avvolte nella stagnola dopo averle passate con il prodottino schiarente? Ecco andavano a ritmo di una ogni 5 minuti. Tenendo conto della lunghezza e della quantità dei capelli secondo voi quanto ci hanno messo solo per questa prima fase? Deve essere che dalla mia espressione ma soprattutto dal fumo che usciva da naso e orecchie hanno capito che era il caso di spicciarsi per cui hanno continuato in due a impacchettarmi le ciocche nella stagnola. E terminato questo sono finita sotto una specie di aggeggio che scaldando doveva accelerare il processo di schiarimento.
Quando ormai mi avevano grigliato a dovere la capa, è finalmente suonato il timer e mi hanno fatto accomodare al lavaggio. La parte divertente è che in questo posto parlano sempre al plurale: ci accomodiamo, ci laviamo i capelli, ci asciughiamo...
E io che pensavo: io mi accomodo e te lavi e asciughi no?? Se ti accomodi pure te, chi mi lava i capelli???
Va be, sarà l’effetto del casco... mi avrà fritto il cervello. Non che ce ne fosse bisogno.
E guardate, mettetevi comodi perché non sono neanche a metà racconto!
Comunque mi lava, mi rilava, mi massaggia, mi rilava... 20 minuti così mentre il mio sguardo è stato fisso sull’orologio per tutto il tempo anche se la parte del massaggio era molto piacevole. Questo fino a quando la collega non ha detto alla ragazza che mi lavava i capelli che avrei ancora dovuto fare il colore e quindi lei si è finalmente affrettata a rimandarmi in postazione.
A questo punto ho commesso un grossissimo errore: mi sono guardata allo specchio e mi sono venuti i conati di vomito!!! Vi giuro che ero bionda. Terribilmente bionda. Che poi è una delle poche cose che raccomando ai parrucchieri quando ci vado. Fatemi qualsiasi cosa, anche verde, ma non bionda!
Non che abbia niente contro le bionde, ma su di me quel colore fa veramente cagare.
Non ho neanche avuto il coraggio di fotografarmi con il cellulare.
Ho chiesto spiegazioni e mi hanno subito rassicurato dicendomi che il colore avrebbe coperto il biondo lasciando solo delle sfumature leggermente più chiare per dare “movimento” al colore. E se questa cosa per voi non ha senso, non posso proprio farci nulla. Del resto il trattamento si chiama tono su tono anche se in tutta sincerità io lo chiamerei sotto tortura.
Ma torniamo a noi. Adesso è il momento del colore. E cominciano a spalmarmi sulla testa una pappetta dello stesso colore della zucca. Una spalma con un pennello e l’altra prende le ciocche e con le mani infilate nei guanti di gomma me le “munge” una ad una. Dico “munge” perché il movimento è lo stesso che si fa con una mucca. Per il resto spero che la mucca non senta lo stesso dolore. Perché io vi giuro che a quel punto ero pronta a scappare con i capelli in quello stato pur di farle smettere. Avete presente che attrito possono fare i guanti di gomma sui capelli bagnati?!? In realtà ancora più male di quello che pensate!
Ma ho resistito, hanno continuato e sono finita di nuovo sotto l’aggeggio riscaldante. A questo punto la foto ci stava!!!

Altra grigliata di capa e poi di nuovo al lavaggio. Shampoo, balsamo, lava che ti rilava, finalmente si fa l’ora del taglio... e invece no. Troppo facile. Alla ragazza viene in mente che non si riesce a tagliarmi i capelli, cosa che hanno sempre fatto tutti i parrucchieri precedenti compresi loro l’ultima volta. No, prima me li asciugano e mi fanno la piega!
E anche qui, di nuovo, come sempre succede con il parrucchiere di turno, comincia la lotta per la piega.
Io: “Per cortesia, mi fai la piega liscia gonfiandomi bene le radici? Perché con i miei capelli fini se non fai così, con l’umidità che c’è fuori, dopo dieci minuti è come se non fossi neanche venuta da voi!”
Lei: “ No non ti preoccupare, i tuoi capelli non si riescono a gonfiare alle radici, ma vedrai che ti facciamo una bella piega (sempre al plurale).
Io: “ No guarda non potresti usare la spazzola tonda, quella grossa dell’altra volta?”
Lei: “Ma no, non va bene, e poi non ce l’abbiamo, ti ricorderai male.”
Io, provando ad insistere ancora: “Senti ma se ci riesco io a casa figurati se non ci riesci tu (magari le lusinghe funzionano!!!)”
Lei, seccata: “Ma lascia fare a noi, in fondo è il nostro mestiere, siamo dei professionisti!”
Come a dire che cazzo ne vuoi sapere tu???
E invece no, penso io. Brutta stronza io ci convivo da 37 anni suonati con i miei capelli. Ne so più che a sufficienza visto che mi faccio la piega da sola almeno tre volte la settimana. Ma sono stata buona, zitta, seduta al mio posto.
Così lei soddisfatta mi fa la piega come vuole lei, e alla fine mi chiede con un sorrisone se mi piace. Io sorrido, annuisco e penso che certo che mi piace, ma che in 10 minuti se sono fortunata, perché se no anche prima, mi sarà tutto sparito.
Lei mi ringrazia e mi passa nelle mani dell’uomo col nome tradotto che a questo punto mi dovrà tagliare i capelli.
Anche lui un tipo strano. Mi chiede di accomodarmi alla postazione del taglio che si trova a mezzo metro da dove sono ora perché l’intero locale è grande 3 metri per 2.
Ma non importa, mi alzo e cambio posto perché a questo punto voglio solo finire ed andarmene al più presto.
Lui comincia e voi avete presente cosa succede quando tagli i capelli da asciutti?
Volano, ovunque, e ti si appiccicano addosso. In faccia, sul collo, sui vestiti...
Ma soprattutto il taglio viene una merda. E la piega comincia ad afflosciarsi.
Ma io resisto. Sto buona, lascio fare, e tra me e me penso che dovevo dare retta all’istinto e non andare dal parrucchiere a sprecare tutto quel tempo.
Lui finisce, si sente soddisfatto, vi giura che si elogia da solo per il taglio e per il tono su tono che mi garantisce essere la loro chicca.
Io lo guardo, probabilmente con l’espressione di chi pensa di avere di fronte uno psicopatico che è meglio assecondare.
Lui mi manda in guardaroba a rivestirmi e intanto mi fa il conto (così lo chiama lui).
Io esco dall’angolo spogliatoio 20 x 20 cm, faccio un passo e prendo la ricevuta che lui mi passa.
Sono felice di essere forte di cuore. Questa tortura non solo mi è costata più di tre ore del mio tempo ma anche 108 Euro e 50 Centesimi!!!
Sono furba eh? Devo anche aggiungere che arrivata a Milano mezz’ora dopo pioveva a dirotto e della piega non c’era più traccia?
Ma ho deciso: lì non mi vedono più... e IF mi ha ricordato che l’avevo già detto la volta scorsa!

4 commenti:

  1. Chi bella vuole apparire un po' deve soffrire. Diciamo che tu te ne sei un po' approfittata :-)
    Prins, anch'io una volta so' stata bionda...colpa degli ormoni.
    Io ti trovo magnifica in tutte le salse.Sbaciuck!

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  2. Sei troppppo bbbuona!!! E poi così mi incoraggi eh?!?!?! Ma detto tra noi, anch'io ti trovo magnifica. Un abbraccio

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  3. Stavo pensando di tornare bionda...non è che conosci un parrucchiere affidabile?? ;-))

    Buon weekend Princ!

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  4. Un Ozcar al coraggio, fotografarsi e pubblicarsi con la pappetta in capo: io non ho cuore nemmeno di guardarmi, in quelle condizioni!
    Chapeau!
    DaniVS

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