sabato 11 settembre 2010

9/11


Potrei dire tante cose su questo giorno. Raccontarvi di come l'ho vissuto e del fatto che i ricordi sono ancora cosi chiari e lucidi.
Della telefonata di mia madre per avvertirmi, della nostra foga per cercare di entrare nel sito della CNN senza nessun successo.
Descrivervi me e tutti gli altri colleghi chiusi in una sala riunioni, di fronte alla televisione guardare inebetiti quelle immagini. E le torri crollare.
Della mail arrivata a tutti gli impiegati di tutte le sedi nel mondo in cui ci spingevano a tornare a casa dalle nostre famiglie per questioni di sicurezza.
Della notizia che un mio collega di Boston era su uno di quegli aerei.
Della consapevolezza che qualcosa era irrimediabilmente cambiato.
Di come l'odio nasce, cresce e si alimenta e non sei capace di controllarlo anche se una piccola parte di te sa che e' sbagliato.
Della sensazione di pericolo che ti pervade anche se in fondo tu sei dall'altra parte del mondo.
Di quanto ti senti disarmata di fronte alla follia dell'uomo.
Delle lacrime incontrollabili quando anni dopo sono stata a Ground Zero.
Di come le persone in circostanze cosi terribili si trasformino in eroi.
Di come una città e i suoi abitanti si siano rimessi in piedi e siano risorti da quelle ceneri senza pero' dimenticare.
Della mia fatica per tenere a bada la paura, il dubbio, il sospetto instillato da tutto quel che si e' visto e si e' letto da quel momento in poi.
Potrei parlarvi di tutto questo. Ma non sono abbastanza brava per esprimerlo.
Posso solo sperare che non si ripeta mai più.

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